Critiche

Critiche

"Il modus operandi di Li Gotti si caratterizza per la sperimentazione di diverse tecniche pittoriche: un personalissimo mix di colori ad olio, acrilici, pastelli, china e inchiostro. Le sue opere, chiaramente di matrice informale, si connotano per le stesure cromatiche ampie ed espressive, in dialogo tra loro, le quali danno vita ad un’unica rappresentazione visiva compatta ed uniforme. La nostra non aderisce alla figurazione, giudicando l’aggancio mimetico alla realtà come un ostacolo emotivo. Ella intende porre il proprio procedimento creativo su un piano di mezzi espressivi puramente pittorici, all’insegna dell’eliminazione o della massima rarefazione di ogni punto di riferimento oggettivo dell’immagine. Quelle dell’artista si configurano, in tal senso, come serene astrazioni, sospese tra levità e trasparenza, nelle quali supera il freno della riproduzione realistica, con un lirismo cromatico totalizzante. La sua è una ricerca volta a scardinare la superficialità dell’immediato, con l’obiettivo di tentare una via per penetrare il magma vitale da cui il creato è permeato. Perviene a questo risultato con uno stile elaborato, nel quale è sottintesa l’intenzione di comunicare, senza tuttavia svelare troppo. L’artista afferma: “A volte con difficoltà si parla o si scrive e chiunque cerca spazi e mezzi diversi per riuscire ad esprimersi. Spesso l’arte diviene il mezzo per riuscire a dire in silenzio senza che nessuno scopra, sappia, intenda.” Per Li Gotti l’ispirazione nasce dall’osservazione del dato oggettivo, dal quale però astrae la componente formale, concentrandosi in particolare sulla rifrazione luminosa, sui complementi e sulle contrapposizioni. Il suo amore per la Natura, in tutte le sue manifestazioni, dà vita ad immagini introspettive cariche di suggestione. La tavolozza, cariando dal verde al blu, dal celeste al glicine, crea lavori luminosi, nei quali il colore rimane come ricordo della materia. Colpisce l’attenzione all’uso della luce, appannaggio fondamentale della grande tradizione pittorica veneta, plasmata su una poetica visiva oscillante tra il pensiero e l’emozione. L’artista trascorre lunghi periodi in Sicilia, precisamente a S. Vito Lo Capo, la forza e i colori caldi di questa meravigliosa terra si imprimono nel suo spirito. Scorci impervi, scenari incontaminati, la limpidezza dell’acqua vengono sublimati in un lessico semplificato, ma vibrante ed stratto. Il colore azzurro è memoria del cielo siciliano, come il verde lo è dei prati solcati dal vento. Elemento caratteristico dei suoi dipinti è la volontà di trasmettere una visione soggettiva che possa stimolare nel fruitore il recupero di un momento personale, vissuto e sedimentato nei substrati mnemonici. Questo processo genera un’epifania di emozioni proiettate sul supporto, in un’atmosfera spirituale, nella quale gioia e serenità sono i frutti di una dialettica tra istanti trascorsi e magicamente ritrovati mediante il pennello. L’osservatore, dinanzi alle visioni esplicitate, interiorizza il ricordo dell’artista e viene mosso a personali reminiscenze, pregne di sentimento. I dipinti sono quindi veicolo di sensazioni profonde, tesi alla riflessione e proiettati verso una meditazione metafisica. In questa ottica, la mimesi della realtà non è percepita come elemento dirimente, in quanto l’auspicio è invece quello di superare il dato sensibile per condurre all’esplorazione dell’Io, attraverso le suggestioni cromatiche. Nei dipinti di Li Gotti un elemento avulso dalla composizione misurata è sempre presente ed in esso si accentrano varie sfumature di colore delle pennellate variegate. Il plasticismo corporeo della figurazione cede il passo ad una semplificazione formale rispondente all’esigenza emotiva della sua espressione pittorica. L’artista non recide mai quell’esile filo conduttore, trait d’union tra lo spirituale e l’immanenza. La creazione di Li Gotti è libera, protesa verso un mondo superiore, capace di regalare atmosfere oniriche di infinita bellezza, in cui viene meno ogni nesso spazio-temporale, negando con decisione la concezione di quadro come limite chiuso. Nella sua produzione, gli elementi naturali, sintetizzati in un lessico informale ed uniti ad una gamma cromatica viva e intensa, sono la semantica di una poetica artistica, espansa in direzione di una dimensione rappresentativa sublime ed estatica".


- Professor Gianni Dunil

"Anna Maria Li Gotti è un’artista che ha avuto notevoli ed importanti riconoscimenti in Italia e all’estero e sta effettuando in sinergia con Spoleto Art festival, […] un percorso artistico significativo con rapporti e risultati affascinanti. Infatti l’organizzazione e noi che la rappresentiamo rimaniamo sempre più positivamente stupiti dalle capacità e dalla forza di questa artista, […]. Se è vero che l’arte contemporanea è fatta ed animata da moltissimi attori, l’artista è l’attore principe e protagonista, senza il quale non ci sarebbero gli atti creativi e quindi le opere d’arte, che sono l’oggetto finale intorno alla quale ruota tutto. Presentato […] a Bruxelles, un nuovo numero ed un nuovo ciclo del ventennale Giovani Europei Magazine [..]; attraverso il quale, unitamente a tanti altri strumenti mediatici di cui disponiamo, vogliamo capire e far capire meglio l’Europa del 21° secolo attraverso l’arte e la cultura contemporanea. […] In questo viaggio A. Li Gotti è stata protagonista con noi nel tentativo di far appassionare di nuovo i giovani europei ad una nuova Europa, non quella della non statualità e dei palazzi, ma quella della cultura e della mobilità internazionale che hanno segnato in passato le generazioni Erasmus e quella che l’ha preceduta, quella dei sognatori e degli idealisti come Altiero Spinelli, ma in tempo di crisi, sognare un po’ non ci costa nulla… si può fare!"


- Professor Luca Filipponi

"L'anima delle formenei dipinti di Anna Maria Li Gotti arriva al nostro sguardo decisamente coinvolgente, grazie al suo eccellente estro creativo. Non c'è alcun dubbio che per l'Artista sia immediata l'esigenza di esternare le sue emozioni, celate nel più profondo inconscio, fadendole emergere nella parte cosciente del proprio "io" per imprimerle con la forza cromatica sullo spazio pittorico. Ammirare il suo operato è come stare in una dimensione travolgente dall'intensità di impulsi che trasmettono la sensibilità espressiva di una valida Artista, amante della Natura. Anna Maria Li Gotti trasmette nei suoi dipinti que serbatoio emotivo che diviene denominatore comune di tutte le sue interpretazioni, attraverso la gamma del colore che dona emozionale forma alle sue suggestive creatività; in esse, infatti, si percepisce un dipingere per entrare nel cuore dei suoi ammiratori e comunicarne con passione le sue infinite poetiche sensazioni pittoriche".


- Anna Francesca Biondolillo

"Anna Maria Ligotti intriga l'osservatore con una furia creativa che passa dal braccio alla mano. La pennellata è inscindibile dal gesto, dall'attimo che l'ha determinata portare l'osservatore fuori dall'opera , a chiedersi il perchè della creazione, a ripensare al momento dell'azione. Un grande dinamismo è il protagonista principale, la superficie diviene una dimensione da conquistare, coinvolgere, direzionare oltre i limiti della tela: irrompere con il colore è per l'artista atto di libertà energica, attimo per librarsi altrove. Superando idealmente i confini che l'opera possiede, il colore tende a predominare su tutto, ad invadere lo spazio divenendo personificazione di carica vitale. Una zampillante vitalità e vivacità sono la traccia cardinale di cui ogni dipinto è pervaso, a tal punto ogni creazione è una innovazione unica e una novità irripetibile".


- Anna Soricaro

"Assimilare pittura e arti visive a tutte le effettualità meccaniche di una fatalità del fare, è un errore minimalistico in cui si può cadere, in flagranza di una certa paccottiglia nichilistica che asseconda i nuclei del disfacimento dell'essere in ragione di un avere, che è sempre più inglorioso e labile, ma quando avviene di guardare questa Tempesta marina del 2004 o la precedenze Mattanza del 2001, ci si ricorda che non tutto è perduto seppure in una eclettica identità, dove nascondersi riesce meglio che il rivelarsi, come se si giocasse ad un rincorrersi dell'irritazione e della provocazione, ma così non è, o meglio non lo fa sempre. succede ad Anna Maria Li Gotti, un singolare fenomeno di omologazione, per cui gli elementi di somiglianza superano quelli di antagonismo, generando un unico grande quadro frammentato in tante piccole parti, che trovano ognuna una valenza per stabilire un legame, senza per questo perdere il motivo di fondo del suo essere separato e vivibile in maniera autonoma. L'ispirazione le scatta, ogni volta, a partire dall'osservazione in un luogo preciso, che può essere una casa, un lungo campo di grano o un esotico viaggio nel Mar Rosso, ma quell'esito è sempre quello di concentrarsi sulla macularità, sugli effetti di luce, sui complementi, sui contrasti. questa si che è un'astrazione serena, priva di turbamenti, fatta da un'osservazione da vicino della natura, di cui, quindi, sfuggono i confini e si ha lo stesso effetto della lontananza, con lo sconfinamento dei particolari e quindi la possibilità di cogliere l'assenza, come stato d'animo della sospensione, della leggerezza e della trasparenza, che dona a queste immagini un grande senso di tranquillità, con un corrispettivo invito all'immersione contemplativa, da perdere ogni motivo ragionante e farsi catturare dall'universo delle sensazioni che si libera e diventa specchio di una visitazione che apre le porte all'intuizione di un infinitamente grande, tendente ad un sublime che mette in mora le ampollosità della parola, che è sempre più tarda rispetto alle immagini e allora, spesso, non è ad essa che dobbiamo fare ricorso ma ad una congerie di linguaggi non verbali, più liberi e spregiudicati. Il paradosso sta proprio nell'officiare la parola, a mettere in rilievo i suoi stessi limiti ed indicare, in questo, come di tanti altri casi analoghi, il privilegio di un rapporto energetico, fatto di fluidità della vista, che riesce a cogliere meglio gli eventi di questa disseminazione fatta in assenza di vento, ma in presenza di un evidente invito al sogno, seppure ad occhi aperti, perché il miglior modo di capire un certo tipo di pittura, non mettersi a pensare, lasciarsi andare al flusso delle sensazioni, che sono i residui antropologici di uno stare con l'universo panico, con il primigenio che è un certo tipo di arte porta alla ribalta in maniera rigogliosa e attuale".


- Francesca Gallo

"Con delicatezza ed intensità, Anna Maria Li Gotti, infonde nei propri lavori una personale visione del mondo, rilevandone moderatamente la poesia nascosta. I suoi quadri si intarsiano in una pittura d’atmosfera di valenza onirica e surreale, in cui gesto e colore si fondono nella raffinatezza del pensiero che sfiora il tangibile, superando la dimensione cromatica e formale. Ne emerge una figurazione avulsa da canoni razionali,evocativa e fantastica, tuttavia mimetica del reale e sempre in grado di preservare un certo livello di leggibilità che ne consente la comunicazione. Le opere evidenziano un equilibrio tra sedimentazione concettuale, invenzione tecnica ed impulso emozionale, espressi con un linguaggio poetico colmo di echi profondi, nonché di macchie e sfumature cromatiche che trionfano sulla tela creando un ampio respiro. Nell’esaltazione appassionata delle forze dell’istinto e dell’inconscio, la pittrice effonde la sua intricata complessità espressiva, ma anche una certa armonia interiore, che negli ancoraggi con la realtà visibile delle cose, compone un racconto sul trascendentale senso della vita e del destino umano. Il dipinto diviene strumento di linguaggio poetico all’interno del quale l’artista trasfonde il proprio istinto e la propria energia, confermando l’enfasi sulla capacità della pittura di esprimere valori universali ed eterni. Le immagini fissano il gesto incastonando il rapporto spazio-temporale nell’effimero splendore della propria bellezza, su cui posano bagliori di luce irreale, le cui sfumature divengono il corpo stesso di una pittura che rifiuta il concetto di quadro come luogo chiuso e, che sconfina nel profondo dell’ego, dove l’atto liberatorio e vitale si confronta con la realtà contingente. Atmosfere che, partendo dal reale, accedono ad una dimensione cromatica e formale ammantata di colori vivi e luminosi, in cui il segno scavalca il tangibile per amalgamarsi con l’essenza, prediligendo la profondità del pensiero onirico. Un atto di volontà esistenziale che si confonde con la stessa pratica estetica, tramite lo sprigionarsi di energie intime e irrazionali che testimoniano la forte interazione dell’artista con la vita".


- Margherita Biondo

"Oggi ho raccolto un coriandolo, firmato Li Gotti sfavillante di mondi evocati, vibrante di suggestioni senza confini, di visioni figlie di una passione mai silente madre di arte pura, senza compromessi. E nel suo spazio ristretto tra i rivoli dei pigmenti e dei segni miniati da dita vigili, ho trovato vi abita, umana, l'immortalità".


- Anonimo Siciliano

"Una discesa nelle ambigue eleganze dell'emozione. "Suggestivamente in bilico fra il figurativo e l'informale, ma propense a farsi in qualche modo racconto, le tele di Anna Maria Li Gotti, pittrice friulana da molti anni operante a Conegliano Veneto, hanno la luce ora sfibrata ora sfolgorante che dall'immensa tradizione veneta s'è trasferita nei refoli e nei nuclei di questo dipinger fra ragionato ed emozionale, così da porgere suggestive, soffici, talora oniriche, talora allarmanti schegge di una psiche privata e insieme universale, trasformata in un racconto. Ma poiché i quadri parlano secondo le severe leggi della pittura è su di essa che bisogna soffermarsi. Cogliere la vastità silenziosa dei suoi sfondi, il prevalere di ogni tela di un cromatismo di sfondo, il cozzarsi o intingersi di altre stenografie cromatiche, talora il ripararsi sulla tela di due o più comparti, talora invece il fondersi come in visioni insieme equoree e verso i suoi confini. Pittura ricchissima di suggestione ma certo anche di competenza che ha streganti magie di acquario rese con sostenuta eleganza. Opere come accade del miglior informale che suggeriscono senza precisare, che emozionano senza le ambigue cifre della datità. Se dovessimo trovare un confronto fra questi racconti pittorici e la naturalità delle cose dovremmo parlare di sole e di vento, di mare e di natura vegetale: realtà spesso suggerite da questa pittrice che dalla soglia del dicibile si prova vittoriosamente a raccontarci quel che dicibile non è. Piaccia a Firenze accogliere questa mostra che con la sapienza femminile della emozioni della psiche ci porge una serie di tele senza errori, pittura che trova in se stessa le sue più profonde ragioni".


- Pier Francesco Listri

"Sono lieta di parlare di Anna Maria Li Gotti, che conosco sia come artista che come persona. Mi ha sempre colpito la sua sensibilità e generosità, per lei dipingere è una necessità vitale una via di salvezza e di gioia. Le esperienze e le emozioni vissute divengono un punto di partenza per la creatività e l'espressione artistica. L'artista si immerge completamente nell'azione di dipingere affidandosi al colore che diventa veicolo di emozioni, per questo sottolineo come nelle sue opere vi sia un uso lirico del colore. Sempre delicata, eppure sicura nel gesto, Anna Maria Li Gotti lascia emergere la parte istintiva di se, la razionalità viene per un po' messa da parte. Il disegno rimane solo accennato. E' il colore che sfuma tutto, o esplode in un ricordo di tempesta sul mare, o vegetazione lussureggiante o fiori solo sognati. Il mare della Sicilia è presente come memoria azzurra, spumeggiante o pericoloso da folate di vento. Talvolta con poche pennellate riesce a realizzare una sintesi efficace che ci comunica emozioni pur rimanendo sempre fedele alle proprie inclinazioni che la portano verso un tipo di espressione istintiva. L'artista ha seguito un proprio percorso di ricerca, affinando notevolmente le proprie capacità e raggiungendo risultati di notevole intensità lirica in questi ultimi anni. Ha voluto arricchire la sua esperienza e approfondire le sue conoscenza nel campo dell'arte frequentando vari corsi presso l'Accademia di Belle Arti e la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia. A noi non resta che accettare il suo invito a vivere alcuni momenti in questo suo mondo così carico di vitalità e poesia".


- Franca Morandi

"Li Gotti Anna Maria... donna... pittrice... non vi sono disgiunzioni, il suo carattere si confonde con le sue opere. Arte nuova che io definirei come una crisalide che sta per diventare farfalla e infatti non a caso i colori sono vellutati e impalpabili come le ali di farfalla. Libera dunque, da ogni schema e prototipo, ma anche senza vizi consumati dove i colori a caso compongono i suoi pensieri che lei ricorre senza sapere dove la porteranno, ma esistono e creano quelle emozioni lontane e vicine che noi vorremmo senza forse utopicamente respirare. Quei colori teneri eppur tormentati rivelano spesso presenze remote o se indugiamo più a lungo presenze esistenti e quasi indagatrici. Ermetici segni a qualsivoglia interpretativa... ma non banalizzati... questo È l'olocausto offerto dalla Li Gotti".


- Giancarlo Girardini

"La sua pittura mi ha colpito perché va a toccare le corde più intime e segrete della persona, ha una tavolozza di colori molto particolare, porta l'osservatore alla riflessione e alla meditazione".


- Giorgio Pennazzato

"La Pittura di Anna Maria Li Gotti si inserisce in un processo estetico e culturale con caratteri originali, che fanno pensare alla maturazione di una svolta importante: l'arte non è più rappresentazione cromatica della realtà come all'epoca dell'impressionismo, né tanto meno descrizione di esigenze della grande committenza come nei lunghi secoli della tradizione classica. Al contrario, è interpretazione della vita quale problema; e quindi, spunto filosofico, oltre che estetico. Lungi dall'istante su schemi iterativi che sono pratica ricorrente di troppi conati artistici, come se il messaggio espressivo potesse essere banalizzato alla stregua di qualsivoglia "spot" promozionale. La ricerca di questa pittrice di origine friulana e residente in Conegliano Veneto, nel cui linguaggio non mancano spunti mutati da una decisiva formazione artistica veneziana degli ultimi trent'anni. Le opere di Anna Maria Li Gotti evidenziano la perenne antitesi fra la spiritualità e l'immanenza, il razionale e l'emotivo, l'eterno ed il transeunte, senza indicare risposte, per forza di cose, dogmatiche, ma ponendo una serie di domande sul senso della vita e sul destino umano. Vi si coglie un'interpretazione che sembra far emergere le contraddizioni dell'anima, se non addirittura della psiche, in tutta la loro drammaticità: ad esempio, schizzi, frammenti di volti al cospetto di un tramonto essenzializzato che evocano pensieri e timori dell'ignoto, ma anche di suggestiva contemplazione dell'infinito. Altre composizioni più dichiaratamente nitide che simboleggiano l'antico dissidio fra spirito e materia, manifestando una padronanza pulita e precisa della tecnica, ma sottolineando una meditazione sofferta del quadro, già prima della sua realizzazione, a conferma, appunto, di una sensibilità artistica ed umana senza dubbio originale. La pittura contemporanea, perdute le caratteristiche prescrittive della committenza proveniente dal meccanicismo, anche quelle, più recenti, della riproduzione, in quanto soppiantate dalla fotografia, sembra rivolgersi negli interpreti non stereotipi, per infangare le profondità dell'animo, e quella di Anna Maria Li Gotti è una dimostrazione precisa, di quanto assunto. Essa contiene, verosimilmente, la propensione alla soddisfazione di esigenza personali, che d'altra parte sono ormai diffuse, e tendenzialmente universali, come ha sottolineato Robert Hughes nelle conclusioni del suo studio sull'arte moderna. E' logico che la Li Gotti, usando con familiarità il colore, tenda a proporre opere in grado di essere apprezzate da tutti, e questo se non altro, secondo i canoni classici dell'estetica. Tuttavia, non è questo, per quanto parametri essenziale, il punto basilare del suo linguaggio pittorico ciò che ne definisce l'originalità è. piuttosto, l'espressione di un bisogno culturale,o meglio filosofico, tipico di ogni potenzialità umana, ma coartato sempre più spesso, nel mondo contemporaneo, da un tipo di vita che lascia spazi marginali all'arte, e prima ancora, alla capacità di interrogarci sui destini dell'uomo".


- Valeriano Lazzari

Professor Gianni Dunil

"Il modus operandi di Li Gotti si caratterizza per la sperimentazione di diverse tecniche pittoriche: un personalissimo mix di colori ad olio, acrilici, pastelli, china e inchiostro. Le sue opere, chiaramente di matrice informale, si connotano per le stesure cromatiche ampie ed espressive, in dialogo tra loro, le quali danno vita ad un’unica rappresentazione visiva compatta ed uniforme. La nostra non aderisce alla figurazione, giudicando l’aggancio mimetico alla realtà come un ostacolo emotivo. Ella intende porre il proprio procedimento creativo su un piano di mezzi espressivi puramente pittorici, all’insegna dell’eliminazione o della massima rarefazione di ogni punto di riferimento oggettivo dell’immagine. Quelle dell’artista si configurano, in tal senso, come serene astrazioni, sospese tra levità e trasparenza, nelle quali supera il freno della riproduzione realistica, con un lirismo cromatico totalizzante. La sua è una ricerca volta a scardinare la superficialità dell’immediato, con l’obiettivo di tentare una via per penetrare il magma vitale da cui il creato è permeato. Perviene a questo risultato con uno stile elaborato, nel quale è sottintesa l’intenzione di comunicare, senza tuttavia svelare troppo. L’artista afferma: “A volte con difficoltà si parla o si scrive e chiunque cerca spazi e mezzi diversi per riuscire ad esprimersi. Spesso l’arte diviene il mezzo per riuscire a dire in silenzio senza che nessuno scopra, sappia, intenda.” Per Li Gotti l’ispirazione nasce dall’osservazione del dato oggettivo, dal quale però astrae la componente formale, concentrandosi in particolare sulla rifrazione luminosa, sui complementi e sulle contrapposizioni. Il suo amore per la Natura, in tutte le sue manifestazioni, dà vita ad immagini introspettive cariche di suggestione. La tavolozza, cariando dal verde al blu, dal celeste al glicine, crea lavori luminosi, nei quali il colore rimane come ricordo della materia. Colpisce l’attenzione all’uso della luce, appannaggio fondamentale della grande tradizione pittorica veneta, plasmata su una poetica visiva oscillante tra il pensiero e l’emozione. L’artista trascorre lunghi periodi in Sicilia, precisamente a S. Vito Lo Capo, la forza e i colori caldi di questa meravigliosa terra si imprimono nel suo spirito. Scorci impervi, scenari incontaminati, la limpidezza dell’acqua vengono sublimati in un lessico semplificato, ma vibrante ed stratto. Il colore azzurro è memoria del cielo siciliano, come il verde lo è dei prati solcati dal vento. Elemento caratteristico dei suoi dipinti è la volontà di trasmettere una visione soggettiva che possa stimolare nel fruitore il recupero di un momento personale, vissuto e sedimentato nei substrati mnemonici. Questo processo genera un’epifania di emozioni proiettate sul supporto, in un’atmosfera spirituale, nella quale gioia e serenità sono i frutti di una dialettica tra istanti trascorsi e magicamente ritrovati mediante il pennello. L’osservatore, dinanzi alle visioni esplicitate, interiorizza il ricordo dell’artista e viene mosso a personali reminiscenze, pregne di sentimento. I dipinti sono quindi veicolo di sensazioni profonde, tesi alla riflessione e proiettati verso una meditazione metafisica. In questa ottica, la mimesi della realtà non è percepita come elemento dirimente, in quanto l’auspicio è invece quello di superare il dato sensibile per condurre all’esplorazione dell’Io, attraverso le suggestioni cromatiche. Nei dipinti di Li Gotti un elemento avulso dalla composizione misurata è sempre presente ed in esso si accentrano varie sfumature di colore delle pennellate variegate. Il plasticismo corporeo della figurazione cede il passo ad una semplificazione formale rispondente all’esigenza emotiva della sua espressione pittorica. L’artista non recide mai quell’esile filo conduttore, trait d’union tra lo spirituale e l’immanenza. La creazione di Li Gotti è libera, protesa verso un mondo superiore, capace di regalare atmosfere oniriche di infinita bellezza, in cui viene meno ogni nesso spazio-temporale, negando con decisione la concezione di quadro come limite chiuso. Nella sua produzione, gli elementi naturali, sintetizzati in un lessico informale ed uniti ad una gamma cromatica viva e intensa, sono la semantica di una poetica artistica, espansa in direzione di una dimensione rappresentativa sublime ed estatica".

Professor Luca Filipponi

"Anna Maria Li Gotti è un’artista che ha avuto notevoli ed importanti riconoscimenti in Italia e all’estero e sta effettuando in sinergia con Spoleto Art festival, […] un percorso artistico significativo con rapporti e risultati affascinanti. Infatti l’organizzazione e noi che la rappresentiamo rimaniamo sempre più positivamente stupiti dalle capacità e dalla forza di questa artista, […]. Se è vero che l’arte contemporanea è fatta ed animata da moltissimi attori, l’artista è l’attore principe e protagonista, senza il quale non ci sarebbero gli atti creativi e quindi le opere d’arte, che sono l’oggetto finale intorno alla quale ruota tutto. Presentato […] a Bruxelles, un nuovo numero ed un nuovo ciclo del ventennale Giovani Europei Magazine [..]; attraverso il quale, unitamente a tanti altri strumenti mediatici di cui disponiamo, vogliamo capire e far capire meglio l’Europa del 21° secolo attraverso l’arte e la cultura contemporanea. […] In questo viaggio A. Li Gotti è stata protagonista con noi nel tentativo di far appassionare di nuovo i giovani europei ad una nuova Europa, non quella della non statualità e dei palazzi, ma quella della cultura e della mobilità internazionale che hanno segnato in passato le generazioni Erasmus e quella che l’ha preceduta, quella dei sognatori e degli idealisti come Altiero Spinelli, ma in tempo di crisi, sognare un po’ non ci costa nulla… si può fare!"

Anna Francesca Biondolillo

"L'anima delle formenei dipinti di Anna Maria Li Gotti arriva al nostro sguardo decisamente coinvolgente, grazie al suo eccellente estro creativo. Non c'è alcun dubbio che per l'Artista sia immediata l'esigenza di esternare le sue emozioni, celate nel più profondo inconscio, fadendole emergere nella parte cosciente del proprio "io" per imprimerle con la forza cromatica sullo spazio pittorico. Ammirare il suo operato è come stare in una dimensione travolgente dall'intensità di impulsi che trasmettono la sensibilità espressiva di una valida Artista, amante della Natura. Anna Maria Li Gotti trasmette nei suoi dipinti que serbatoio emotivo che diviene denominatore comune di tutte le sue interpretazioni, attraverso la gamma del colore che dona emozionale forma alle sue suggestive creatività; in esse, infatti, si percepisce un dipingere per entrare nel cuore dei suoi ammiratori e comunicarne con passione le sue infinite poetiche sensazioni pittoriche".

Anna Soricaro

"Anna Maria Ligotti intriga l'osservatore con una furia creativa che passa dal braccio alla mano. La pennellata è inscindibile dal gesto, dall'attimo che l'ha determinata portare l'osservatore fuori dall'opera , a chiedersi il perchè della creazione, a ripensare al momento dell'azione. Un grande dinamismo è il protagonista principale, la superficie diviene una dimensione da conquistare, coinvolgere, direzionare oltre i limiti della tela: irrompere con il colore è per l'artista atto di libertà energica, attimo per librarsi altrove. Superando idealmente i confini che l'opera possiede, il colore tende a predominare su tutto, ad invadere lo spazio divenendo personificazione di carica vitale. Una zampillante vitalità e vivacità sono la traccia cardinale di cui ogni dipinto è pervaso, a tal punto ogni creazione è una innovazione unica e una novità irripetibile".

Francesca Gallo

"Assimilare pittura e arti visive a tutte le effettualità meccaniche di una fatalità del fare, è un errore minimalistico in cui si può cadere, in flagranza di una certa paccottiglia nichilistica che asseconda i nuclei del disfacimento dell'essere in ragione di un avere, che è sempre più inglorioso e labile, ma quando avviene di guardare questa Tempesta marina del 2004 o la precedenze Mattanza del 2001, ci si ricorda che non tutto è perduto seppure in una eclettica identità, dove nascondersi riesce meglio che il rivelarsi, come se si giocasse ad un rincorrersi dell'irritazione e della provocazione, ma così non è, o meglio non lo fa sempre. succede ad Anna Maria Li Gotti, un singolare fenomeno di omologazione, per cui gli elementi di somiglianza superano quelli di antagonismo, generando un unico grande quadro frammentato in tante piccole parti, che trovano ognuna una valenza per stabilire un legame, senza per questo perdere il motivo di fondo del suo essere separato e vivibile in maniera autonoma. L'ispirazione le scatta, ogni volta, a partire dall'osservazione in un luogo preciso, che può essere una casa, un lungo campo di grano o un esotico viaggio nel Mar Rosso, ma quell'esito è sempre quello di concentrarsi sulla macularità, sugli effetti di luce, sui complementi, sui contrasti. questa si che è un'astrazione serena, priva di turbamenti, fatta da un'osservazione da vicino della natura, di cui, quindi, sfuggono i confini e si ha lo stesso effetto della lontananza, con lo sconfinamento dei particolari e quindi la possibilità di cogliere l'assenza, come stato d'animo della sospensione, della leggerezza e della trasparenza, che dona a queste immagini un grande senso di tranquillità, con un corrispettivo invito all'immersione contemplativa, da perdere ogni motivo ragionante e farsi catturare dall'universo delle sensazioni che si libera e diventa specchio di una visitazione che apre le porte all'intuizione di un infinitamente grande, tendente ad un sublime che mette in mora le ampollosità della parola, che è sempre più tarda rispetto alle immagini e allora, spesso, non è ad essa che dobbiamo fare ricorso ma ad una congerie di linguaggi non verbali, più liberi e spregiudicati. Il paradosso sta proprio nell'officiare la parola, a mettere in rilievo i suoi stessi limiti ed indicare, in questo, come di tanti altri casi analoghi, il privilegio di un rapporto energetico, fatto di fluidità della vista, che riesce a cogliere meglio gli eventi di questa disseminazione fatta in assenza di vento, ma in presenza di un evidente invito al sogno, seppure ad occhi aperti, perché il miglior modo di capire un certo tipo di pittura, non mettersi a pensare, lasciarsi andare al flusso delle sensazioni, che sono i residui antropologici di uno stare con l'universo panico, con il primigenio che è un certo tipo di arte porta alla ribalta in maniera rigogliosa e attuale".

Margherita Biondo

"Con delicatezza ed intensità, Anna Maria Li Gotti, infonde nei propri lavori una personale visione del mondo, rilevandone moderatamente la poesia nascosta. I suoi quadri si intarsiano in una pittura d’atmosfera di valenza onirica e surreale, in cui gesto e colore si fondono nella raffinatezza del pensiero che sfiora il tangibile, superando la dimensione cromatica e formale. Ne emerge una figurazione avulsa da canoni razionali,evocativa e fantastica, tuttavia mimetica del reale e sempre in grado di preservare un certo livello di leggibilità che ne consente la comunicazione. Le opere evidenziano un equilibrio tra sedimentazione concettuale, invenzione tecnica ed impulso emozionale, espressi con un linguaggio poetico colmo di echi profondi, nonché di macchie e sfumature cromatiche che trionfano sulla tela creando un ampio respiro. Nell’esaltazione appassionata delle forze dell’istinto e dell’inconscio, la pittrice effonde la sua intricata complessità espressiva, ma anche una certa armonia interiore, che negli ancoraggi con la realtà visibile delle cose, compone un racconto sul trascendentale senso della vita e del destino umano. Il dipinto diviene strumento di linguaggio poetico all’interno del quale l’artista trasfonde il proprio istinto e la propria energia, confermando l’enfasi sulla capacità della pittura di esprimere valori universali ed eterni. Le immagini fissano il gesto incastonando il rapporto spazio-temporale nell’effimero splendore della propria bellezza, su cui posano bagliori di luce irreale, le cui sfumature divengono il corpo stesso di una pittura che rifiuta il concetto di quadro come luogo chiuso e, che sconfina nel profondo dell’ego, dove l’atto liberatorio e vitale si confronta con la realtà contingente. Atmosfere che, partendo dal reale, accedono ad una dimensione cromatica e formale ammantata di colori vivi e luminosi, in cui il segno scavalca il tangibile per amalgamarsi con l’essenza, prediligendo la profondità del pensiero onirico. Un atto di volontà esistenziale che si confonde con la stessa pratica estetica, tramite lo sprigionarsi di energie intime e irrazionali che testimoniano la forte interazione dell’artista con la vita".

Anonimo Siciliano

"Oggi ho raccolto un coriandolo, firmato Li Gotti sfavillante di mondi evocati, vibrante di suggestioni senza confini, di visioni figlie di una passione mai silente madre di arte pura, senza compromessi. E nel suo spazio ristretto tra i rivoli dei pigmenti e dei segni miniati da dita vigili, ho trovato vi abita, umana, l'immortalità".

Pier Francesco Listri

"Una discesa nelle ambigue eleganze dell'emozione. "Suggestivamente in bilico fra il figurativo e l'informale, ma propense a farsi in qualche modo racconto, le tele di Anna Maria Li Gotti, pittrice friulana da molti anni operante a Conegliano Veneto, hanno la luce ora sfibrata ora sfolgorante che dall'immensa tradizione veneta s'è trasferita nei refoli e nei nuclei di questo dipinger fra ragionato ed emozionale, così da porgere suggestive, soffici, talora oniriche, talora allarmanti schegge di una psiche privata e insieme universale, trasformata in un racconto. Ma poiché i quadri parlano secondo le severe leggi della pittura è su di essa che bisogna soffermarsi. Cogliere la vastità silenziosa dei suoi sfondi, il prevalere di ogni tela di un cromatismo di sfondo, il cozzarsi o intingersi di altre stenografie cromatiche, talora il ripararsi sulla tela di due o più comparti, talora invece il fondersi come in visioni insieme equoree e verso i suoi confini. Pittura ricchissima di suggestione ma certo anche di competenza che ha streganti magie di acquario rese con sostenuta eleganza. Opere come accade del miglior informale che suggeriscono senza precisare, che emozionano senza le ambigue cifre della datità. Se dovessimo trovare un confronto fra questi racconti pittorici e la naturalità delle cose dovremmo parlare di sole e di vento, di mare e di natura vegetale: realtà spesso suggerite da questa pittrice che dalla soglia del dicibile si prova vittoriosamente a raccontarci quel che dicibile non è. Piaccia a Firenze accogliere questa mostra che con la sapienza femminile della emozioni della psiche ci porge una serie di tele senza errori, pittura che trova in se stessa le sue più profonde ragioni".

Franca Morandi

"Sono lieta di parlare di Anna Maria Li Gotti, che conosco sia come artista che come persona. Mi ha sempre colpito la sua sensibilità e generosità, per lei dipingere è una necessità vitale una via di salvezza e di gioia. Le esperienze e le emozioni vissute divengono un punto di partenza per la creatività e l'espressione artistica. L'artista si immerge completamente nell'azione di dipingere affidandosi al colore che diventa veicolo di emozioni, per questo sottolineo come nelle sue opere vi sia un uso lirico del colore. Sempre delicata, eppure sicura nel gesto, Anna Maria Li Gotti lascia emergere la parte istintiva di se, la razionalità viene per un po' messa da parte. Il disegno rimane solo accennato. E' il colore che sfuma tutto, o esplode in un ricordo di tempesta sul mare, o vegetazione lussureggiante o fiori solo sognati. Il mare della Sicilia è presente come memoria azzurra, spumeggiante o pericoloso da folate di vento. Talvolta con poche pennellate riesce a realizzare una sintesi efficace che ci comunica emozioni pur rimanendo sempre fedele alle proprie inclinazioni che la portano verso un tipo di espressione istintiva. L'artista ha seguito un proprio percorso di ricerca, affinando notevolmente le proprie capacità e raggiungendo risultati di notevole intensità lirica in questi ultimi anni. Ha voluto arricchire la sua esperienza e approfondire le sue conoscenza nel campo dell'arte frequentando vari corsi presso l'Accademia di Belle Arti e la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia. A noi non resta che accettare il suo invito a vivere alcuni momenti in questo suo mondo così carico di vitalità e poesia".

Giancarlo Girardini

"Li Gotti Anna Maria... donna... pittrice... non vi sono disgiunzioni, il suo carattere si confonde con le sue opere. Arte nuova che io definirei come una crisalide che sta per diventare farfalla e infatti non a caso i colori sono vellutati e impalpabili come le ali di farfalla. Libera dunque, da ogni schema e prototipo, ma anche senza vizi consumati dove i colori a caso compongono i suoi pensieri che lei ricorre senza sapere dove la porteranno, ma esistono e creano quelle emozioni lontane e vicine che noi vorremmo senza forse utopicamente respirare. Quei colori teneri eppur tormentati rivelano spesso presenze remote o se indugiamo più a lungo presenze esistenti e quasi indagatrici. Ermetici segni a qualsivoglia interpretativa... ma non banalizzati... questo È l'olocausto offerto dalla Li Gotti".

Giorgio Pennazzato

"La sua pittura mi ha colpito perché va a toccare le corde più intime e segrete della persona, ha una tavolozza di colori molto particolare, porta l'osservatore alla riflessione e alla meditazione".

Valeriano Lazzari

"La Pittura di Anna Maria Li Gotti si inserisce in un processo estetico e culturale con caratteri originali, che fanno pensare alla maturazione di una svolta importante: l'arte non è più rappresentazione cromatica della realtà come all'epoca dell'impressionismo, né tanto meno descrizione di esigenze della grande committenza come nei lunghi secoli della tradizione classica. Al contrario, è interpretazione della vita quale problema; e quindi, spunto filosofico, oltre che estetico. Lungi dall'istante su schemi iterativi che sono pratica ricorrente di troppi conati artistici, come se il messaggio espressivo potesse essere banalizzato alla stregua di qualsivoglia "spot" promozionale. La ricerca di questa pittrice di origine friulana e residente in Conegliano Veneto, nel cui linguaggio non mancano spunti mutati da una decisiva formazione artistica veneziana degli ultimi trent'anni. Le opere di Anna Maria Li Gotti evidenziano la perenne antitesi fra la spiritualità e l'immanenza, il razionale e l'emotivo, l'eterno ed il transeunte, senza indicare risposte, per forza di cose, dogmatiche, ma ponendo una serie di domande sul senso della vita e sul destino umano. Vi si coglie un'interpretazione che sembra far emergere le contraddizioni dell'anima, se non addirittura della psiche, in tutta la loro drammaticità: ad esempio, schizzi, frammenti di volti al cospetto di un tramonto essenzializzato che evocano pensieri e timori dell'ignoto, ma anche di suggestiva contemplazione dell'infinito. Altre composizioni più dichiaratamente nitide che simboleggiano l'antico dissidio fra spirito e materia, manifestando una padronanza pulita e precisa della tecnica, ma sottolineando una meditazione sofferta del quadro, già prima della sua realizzazione, a conferma, appunto, di una sensibilità artistica ed umana senza dubbio originale. La pittura contemporanea, perdute le caratteristiche prescrittive della committenza proveniente dal meccanicismo, anche quelle, più recenti, della riproduzione, in quanto soppiantate dalla fotografia, sembra rivolgersi negli interpreti non stereotipi, per infangare le profondità dell'animo, e quella di Anna Maria Li Gotti è una dimostrazione precisa, di quanto assunto. Essa contiene, verosimilmente, la propensione alla soddisfazione di esigenza personali, che d'altra parte sono ormai diffuse, e tendenzialmente universali, come ha sottolineato Robert Hughes nelle conclusioni del suo studio sull'arte moderna. E' logico che la Li Gotti, usando con familiarità il colore, tenda a proporre opere in grado di essere apprezzate da tutti, e questo se non altro, secondo i canoni classici dell'estetica. Tuttavia, non è questo, per quanto parametri essenziale, il punto basilare del suo linguaggio pittorico ciò che ne definisce l'originalità è. piuttosto, l'espressione di un bisogno culturale,o meglio filosofico, tipico di ogni potenzialità umana, ma coartato sempre più spesso, nel mondo contemporaneo, da un tipo di vita che lascia spazi marginali all'arte, e prima ancora, alla capacità di interrogarci sui destini dell'uomo".